10 Ottobre 2023
Tempo di lettura: 5 minuti
Pochi giorni fa il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato i risultati di una investigazione: il 98% dei cittadini europei respira aria tossica [1]. L'investigazione riguarda le polveri sottili, o meglio, polveri fini (ancora più dannose), che attaccano i polmoni e penetrano nell'organismo fino ad arrivare al sistema cardiocircolatorio. Causando asma, allergie, bronchiti, enfisema, tumori, problemi cardiocircolatori.
Ma già qualche anno fa, nel 2019, un report italiano [2], una ricerca delle università americane Carnegie Mellon e Stanford [3] e un report del Lancet [4] avevano sollevato il problema.
Le zone più colpite sono l'Europa dell'est e l'Italia, in particolare la pianura padana e zone circostanti, in cui la concentrazione di polveri fini è il quadruplo del massimo indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Qui il problema è esacerbato dalla presenza di allevamenti intensivi, in particolare di suini e polli.
Infatti sono proprio gli allevamenti di animali una delle cause principali di inquinamento da polveri fini: sono secondi solo al riscaldamento. Il riscaldamento domestico ne è responsabile per il 38% e subito dopo vengono gli allevamenti, col 15,1%. L'industria è al terzo posto, con l'11,1% e poi viene il traffico automobilistico, col 9%. Ma, mentre nel settore dei trasporti e dell'industria le emissioni sono in diminuzione, negli allevamenti sono in aumento.
Tutti gli allevamenti costituiscono un problema: che si tratti della produzione di carne o di pesce, di uova o di latticini. I peggiori però sono quelli di polli e galline (per la carne o per le uova), con emissioni che vanno dal doppio al triplo rispetto agli altri.
Questo genere di inquinamento è definito "da particolato PM 2,5": si tratta di particelle solide e liquide sospese in aria con diametro inferiore a 2,5 micron, dette "polveri fini", che sono in grado di penetrare a fondo nel nostro organismo. Permangono molto a lungo in atmosfera e trasportano altri inquinanti (come metalli pesanti e idrocarburi), diventando così ancora più pericolose.
Le prime vittime sono i bambini e l'Italia detiene il non invidiabile primato in Europa per le morti provocate da questo genere di inquinamento: 45.600 vittime in un anno. Questi sono i dati del 2016; nel 2015 eravamo secondi per numero di vittime, nel 2016 abbiamo raggiunto il maggior numero di vittime in tutta Europa e siamo diventati undicesimi nel mondo. E, come dimostra il nuovo report del Guardian, la nostra nazione è la più colpita tra quelle dell'Europa occidentale.
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Non solo danni alla salute, ma anche economici: vanno infatti conteggiati anche i costi sanitari causati dal particolato PM 2,5. Uno studio pubblicato pochi mesi fa da ricercatori delle università americane Carnegie Mellon e Stanford ha dimostrato che i 4 settori sopra citati, maggiormente responsabili delle emissioni di polveri fini, contribuiscono al PIL nazionale per meno del 20%, ma sono responsabili di oltre il 75% dei danni.
Ma questi costi non sono sostenuti dall'industria dell'allevamento: a loro vanno i guadagni, i costi gravano sulle spalle della società intera. In Italia la situazione non è diversa: i settori responsabili sono gli stessi, gli allevamenti impattano più di industria e traffico, e riguardo ai danni alla salute umana siamo i primi in Europa per numero di morti.
Quello dell'inquinamento da polveri fini è un motivo di più per evitare il consumo di carne, pesce e di ogni prodotto dell'allevamento. Gli altri motivi sono una maggior protezione dalle malattie cronico degenerative e una drastica diminuzione dell'impatto ambientale individuale. Oltre alla palese motivazione etica di evitare sofferenza e morte agli animali.
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The Guardian, Matthew Taylor and Pamela Duncan, Revealed: almost everyone in Europe is breathing toxic air, 20 settembre 2023.
Corriere della Sera, Dataroom, Inquinamento: il 50% è prodotto dai riscaldamenti e allevamenti intensivi, 26 febbraio 2019.
Peter Tschofen, Inês L. Azevedo, Nicholas Z. Muller, Fine particulate matter damages and value added in the US economy, PNAS October 1, 2019 116 (40) 19857-19862; first published September 9, 2019 https://doi.org/10.1073/pnas.1905030116
'The Lancet Countdown 2019: Tracking Progress on Health and Climate Change'
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Categoria: Ecologia