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Si può ricavare lo iodio dalle alghe marine da cucina?

10 Ottobre 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

ciotola alghe wakame

Domanda dei lettori: "Si può ricavare lo iodio dalle alghe marine da cucina?"

Risposta:

No, le alghe da cucina non sono una fonte affidabile di iodio, perché in esse il contenuto di iodio è molto variabile, sia da un’alga all’altra, che all’interno della stessa alga (al variare del lotto e della zona di provenienza varia anche il contenuto di iodio).

In generale, le alghe da cucina, come la kombu, arame, hijiki ecc., non vanno usate in modo sistematico, perché si rischia un sovradosaggio di iodio. Si possono utilizzare in modo saltuario.

Le raccomandazioni per la popolazione generale suggeriscono di ricavarlo dal sale iodato: tale raccomandazione è talmente importante che il Ministero della Salute, con un decreto del 2012, obbliga i punti vendita a esporre un cartello, vicino al sale da cucina sugli scaffali, che informi le persone della necessità di preferire il sale iodato (obbligo disatteso da molti negozi, tuttavia esistente).

Un cucchiaino di sale iodato copre il fabbisogno giornaliero, che ammonta a 150 mcg. Durante la gravidanza il fabbisogno aumenta, passando a 200 mcg: basterà utilizzarne un terzo di cucchiaino in più.

Nel caso di diete prive di sale, è opportuno usare un integratore a base di alga kelp, il cui contenuto in iodio è preciso.

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